Lezione n.4: contrattare un pacchetto viaggio
Chiusi gli occhi e provai a rilassarmi.
Passarono cinque minuti e mi voltai di schiena perché il sole mi stava dando parecchio fastidio sulla pelle e iniziai così a frugare nella borsa e presi in mano il programma della vacanza, o meglio dei primi dodici giorni, visto che la mia vacanza era costituita da tre pacchetti viaggio uniti in un’unica soluzione.
“Dunque, leggiamo questo programma” pensavo, “Visto che non ho la benché minima intenzione di fare alcuna cosa ci sia scritta.”
Ricordo il giorno che mi recai nell’agenzia viaggi per acquistarlo. Più volte dovetti spiegare alla signorina dell’agenzia che non avevo voglia di fare nessuna escursione o di visitare alcun posto. Volevo solo avere un bungalow da qualche parte, dove ci sarebbe stato un letto comodo ad accogliermi tutte le sere con il mio amante di turno e dell’acqua cristallina fuori a sollazzarmi nelle ore più calde.
«Ma come?» mi disse la ragazza dell’agenzia con gli occhi sgranati e con un eyeliner sbavato in versione dark lady «Non è possibile che lei vada un mese in Giamaica e voglia stare tutto il tempo chiusa in camera!».
«Senta» feci io con molta calma «Ho solo bisogno di andare al mare e il più lontano possibile dall’Italia. Poi le mie amiche mi hanno consigliato la Giamaica per svariati motivi, che non sto qui ad elencarle, quindi potrebbe farmi solo la prenotazione?».
«Certo, ma per me è inutile spendere tutti questi soldi per non visitare i meravigliosi posti che le offriamo all’interno del nostro pacchetto viaggio!».
«Senta» risposi io «Capisco che lei voglia propinarmi le escursioni e i viaggi da voi meticolosamente elaborati, ma io odio le escursioni, odio dovermi stancare in vacanza più di quanto già non lo sia al momento della partenza, quindi potrebbe solo farmi la prenotazione? Tanto pago lo stesso tutto il pacchetto viaggio comprensivo di tutti gli optional».
«Assolutamente no!» mi rispose agitando la falangetta del suo dito unto da quello smalto rosa perlato «No, lei deve almeno fare una gita a Ocho Rios e vedere almeno le bellissime cascate Dunn’s e fare rafting sulle zattere di bamboo. Non è possibile spendere tutti questi soldi e avere tutti questi servizi senza nemmeno usufruirne!».
«Senta, io apprezzo il suo zelo, ma se adesso non mi fa quella fottuta prenotazione con quel suo dito del cazzo giuro che le stacco la testa a morsi!» Quella fu la mia risposta e subito dopo capii che forse avevo esagerato!
Ultimamente in effetti perdevo troppo facilmente la pazienza, ma questo era proprio il motivo per cui avevo bisogno di una vacanza e non di una ragazzina più giovane di me che ha un lavoro e che mi continua a dire che non mi fa la prenotazione perché non ho intenzione di fare rafting!
La ragazza mi fissava basita.
Nell’agenzia si sentivano solo le pale del ventilatore collocato nel soffitto. Il suo collega e capo si voltò lentamente verso di noi. Mi sentivo terribilmente in colpa e maleducata, diciamo anche mestruata. Non sapevo come recuperare la situazione. Lui mi fissava in silenzio. La ragazza, mortificata e impaurita, chinò la testa. Forse stava prendendo fiato per saltarmi al collo sbattendomi la testa sul bancone fino a quando non avrei accettato di fare rafting, ma prima che ciò potesse accadere, feci un lungo respiro e con gli occhi lucidi le dissi «Mi scusi. Sono mortificata. È la prima volta che perdo le staffe, non mi è mai capitato prima d’ora. Mi perdoni. Sa, sto attraversando un periodo difficile della mia vita» e guardai il soffitto tenendo le mani ben ferme sul bancone nella speranza di poter inventare qualcosa di plausibile che giustificasse il mio attacco d’ira e così venendomi in mente Laura che da poco aveva chiuso il rapporto con il suo ragazzo proseguii «Sto divorziando da mio marito!».